Lo studio di architettura Pedro Ferreira ha appena completato il suo ultimo progetto: convertire un edificio abbandonato di Porto, anonimo e completamente privo di personalità, in un condominio moderno e sofisticato. La struttura, costruita nel 19esimo secolo, si compone, ora, di sei appartamenti di lusso, tutti su due livelli, dalle rifiniture impeccabili. Sono due i materiali utilizzati per questo makeover: il legno di pino e il marmo. L’edificio Alves da Veiga aveva, già di per sé, una struttura piuttosto particolare: dall’esterno sembra svilupparsi su due livelli soltanto, ma i mezzanini presenti all’interno creano altri quattro piani completamente abitabili.
Serviva solo, quindi, che qualcuno tirasse fuori il meglio da questo piccolo complesso residenziale nel cuore del Portogallo, e gli architetti del team Pedro Ferreira hanno decisamente centrato l’obiettivo. Lo studio ha voluto mantenere la struttura originaria degli appartamenti, apportando solo qualche piccola modifica volta a ottimizzare gli spazi a disposizione. Le sei abitazioni sono praticamente identiche a livello di metratura e suddivisioni: ciascuna di esse si apre direttamente su una spaziosa zona giorno, pulita e lineare, che ospita l’angolo cottura e il soggiorno. Il marmo fa da paraschizzi in cucina, mentre il legno di pino riveste i pavimenti creando uno splendido contrasto con le pareti bianche, quasi glaciali.
Il risultato, però, malgrado tutto questo candore, non è assolutamente freddo, anzi: in ogni singolo ambiente regna un’armonia incredibile, forse anche inaspettata, frutto di una sapiente combinazione di elementi che, fondendosi, danno vita a stanze dal look nordico. Stupisce, poi, come i professionisti che hanno progettato la conversione di questo edificio siano stati capaci di sfruttare al meglio tutta la superficie, senza perdere neanche un metro quadrato. Basti dire, infatti, che per portare la luce nella camera da letto padronale si è pensato di ricavare una vetrata nel muro interno, quello che affaccia sulla zona living. Si è evitato, così, di penalizzare una parete, che ora ospita un grande armadio a muro. Una ristrutturazione da dieci e lode, insomma, che ha ridato nuova vita a un palazzo che, altrimenti, sarebbe stato destinato alla demolizione.